Dettagli, frammenti, macerie, attimi e pezzi di… Minicosmi

Se Minicosmi di Odette Copat parte da un terremoto e si sviluppa sulle macerie della vita privata della protagonista, la mia testa del giorno dopo è piena di qualsiasi cosa bella che renda felice una lettrice, ovvero: stare a tu per tu con la scrittrice, farle da (più o meno) angela custode con fazzoletti asciutti e puliti causa dispettosa allergia, dialogare con l’editore che l’ha scoperta e soprattutto darle risposte intelligenti, non vomitare per l’ansia da prestazione, ricordarsi delle parole giuste da dire al microfono, farsi autografare tremila copie del romanzo senza farsi odiare, sentirsi una del clan “intellettuale-intelligente-bonazza”, chiacchierare con gli ospiti felici e contenti senza confondere i loro nomi e tornare a casa salendo sulla macchina giusta.

Insomma, l’incontro con Odette e con Paola Tantulli in Ferramenta Livenza è stato il mio personale minicosmo con dentro di tutto e di più, e più di così adesso non saprei proprio cosa desiderare, mi scoppia il cuore di felicità.

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