Dimmi di te a raffica. Una storia vera

Il nuovo romanzo di Chiara Gamberale (con le palpitazioni della Secchiona).

Parole sparse per descrivere l’incontro al cardiopalma con Chiara Gamberale: palude, Eugenio, prete e chiesa, Tiziano Ferro, trasloco, dodici settimane, la santa, le stelle polari, quisquilie, tartarughe, carapace, focolarini, stasi, intimità assoluta, colpo di scena, Ivan, atmosfere, sassolino magico, vestito stupendo, la controfigura trevigiana di Carrie Bradshow (che nel romanzo “Dimmi di te” non c’è ma accanto a me sì, sta seduta due sedie alla mia destra, giuro che è lei), verità profonde e il loro opposto cioè altre verità profonde, crisi creativa, Chiara che dice scrivendo mi sono proprio salvata la vita, Chiara che ce l’ho praticamente a un metro e mi guarda dritta negli occhi RIPETUTAMENTE, la Riccarda, terapia di gruppo, scambio corrente, Chiara che dice (o che scrive? Boh, sono in estasi e ho le palpitazioni) tanto le cose prima o poi si complicano (c’è molta Gamberale in queste parole, moltissima), Chiara che dice (di questo sono certa) ma tu chi sei? stai bene in questa situazione? e nel frattempo alla libreria Lovat ci sono almeno cento persone, io sono in seconda fila, ho fame perché non ho ancora cenato e mi batte forte fortissimo il cuore per questo primo incontro a tu per tu con Chiara Gamberale che è di una potenza assoluta: lei diretta, empatica e bellissima, magnetica, travolgente.

E questa volta la botta di culo che ho è doppia perché al firma copie sono la prima della fila, mai successo in vita mia.

Così con le orecchie infuocate e la faccia fosforescente per l’emozione e le ginocchia tremanti (di sicuro per l’emozione ma anche per l’appetito), trovo il coraggio per dirle del mio blog e chiederle se ha piacere di darci un’occhiata; LEI RISPONDE “OVVIO” CON UN MEGA SORRISO, AUTOGRAFA DUE COPIE DI “DIMMI DI TE”, MI SORRIDE DI NUOVO CON GLI OCCHI E MI SGANCIA UN MEGA BACIO CON LE MANI. Inoltre, per darmi il colpo di grazia più bello che una lettrice possa desiderare, mi fa HAI VISTO CHE TI GUARDAVO, CHE CI SIAMO GUARDATE? SAI, QUANDO VEDO UNA FACCIA CHE CAPISCE, LA GUARDO.

Vi dico soltanto che tornando a casa in macchina ho cantato a squarciagola Jamiroquai (???) con il climatizzatore a manetta nonostante i 14°.

E oggi, due giorni dopo, ho ancora le orecchie infuocate e la faccia fosforescente per l’emozione.

Grazie Chiara, mi hai fatto un regalo grande così.

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