Così tanto da fare, da dire, da dare

Soprattutto da dire, ve lo assicuro.

L’idea era quella di parlare delle ventisette sveglie che regolano la giornata di Atena Ferraris, interessantissima protagonista del nuovo romanzo di Alice Basso, ma vi garantisco che anche la scrittrice è una sferzata di inesauribile energia che una pagina tutta sua se la merita e quindi eccomi qua a raccontarvi della botta di vita di ieri sera al Teatro Pileo di Prata di Pordenone, il mio acquisito paese di residenza, dove Alice ha presentato il libro di cui sopra introdotta dalla padrona di casa Lucia Roman.

Potei continuare con periodi lunghi venti righe e privi di virgole fino alla (vostra) fine giusto per farvi capire la quantità smisurata di vocaboli che noi spettatori (povere cavie delle prime presentazioni) abbiamo ininterrottamente ascoltato per più di un’ora mentre Alice ci spiegava con un lessico forbitissimo (da dove le peschi tutte quelle parole e soprattutto come fai a quella velocità supersonica?) la particolare routine di Atena (nome di cinque lettere che inizia con la A come Alice e Anita e mo vi sfido a non confondervi) e il singolare ma anche comune rapporto con il fratello Febo e la soffiata sulla love story con Jacopo che all’autrice serve come contraltare al tema di fondo che (se ho capito bene perché a un certo punto non ne avevo più la certezza) in sintesi (ecco, appunto) trattasi di NEURO DIVERGENZA.

D’un tratto mi è venuto in mente mio nonno che quand’ero piccola mi diceva che parlavo come una mitraglia, troppi termini troppo velocemente, e ho pensato col cazzo nonno caro, TU NON HAI IDEA del talento di Alice con le parole, che a questo punto va ben oltre quelle scritte.

Comunque non è che abbiamo solo riso (Alice è uno spasso autentico) e seguito con attenta curiosità lo snocciolamento di aneddoti (Atena è da leggere, tassativo!) ma ci siamo appassionati sul serio perché autismo e neuropsichiatria sono argomenti delicatissimi e attuali che l’autrice ha introdotto con sensibilità e preparazione, suggerendoci caldamente quattro test pre diagnostici che (io di certo) nel dubbio delle proprie facoltà mentali è meglio fare.

Avete presente la puntina del giradischi quando si inceppa e mentre il disco gira la canzone salta di qua e di là? Ecco, ieri sera da metà presentazione in poi il mio udito (e quindi pure il mio cervello) captava una parola ogni tre ma il senso generale del brano l’ho inteso, e brava Alice che ci hai tenuti svegli, vigili e attivi fino in fondo.

E quindi dedica spassionata all’autrice: mi vien da pensare che le parole sanno davvero… da chi andare.

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