“Non accontentarti di un aggettivo ma chiedi una frase.”
Vorrei tanto conoscere il nome della manager che ha pronunciato queste parole e ringraziarla per aver colto l’essenza della retta via: nel tumulto e nel frastuono di questa unica vita che abbiamo, c’è bisogno di più grammatica e di più narrazione. E in questo i libri ci vengono in soccorso. Eccola, l’essenza.
Oh meglio, anche sta volta c’è di mezzo anche il mare perché l’acqua (della laguna, della Livenza e quella che evaporava da me 😁) ha fatto da filo conduttore nel racconto della scrittrice Tiziana Agostini e del giornalista Pietro Rosa Gastaldo, ieri sera in Ferramenta Livenza durante la (strepitosa-interessantissima-appassionante) presentazione della guida non convenzionale “Venezia è festa”, edita da Antiga Edizioni.
Eravamo in tantissimi e tutti molto attenti: l’approfondimento storico culturale, nonché gli aneddoti e le curiosità sulle vicende della Serenissima, sui dogi, sulle feste e sulle prelibatezze veneziane, ci ha tenuti incollati e ben stipati, che un’ora è volata via veloce veloce…et voilà: cin cin finale con Malvasia e baccalà.
A Venezia le feste sono una cosa seria, nel senso che non si fanno mica festicciole o pranzetti tanto per dire: a Venezia si festeggia proprio per gradire, eventi sontuosi o fiere campestri, con veneziani, ambasciatori e pellegrini, con turisti grandi e piccini.
A Venezia le feste vanno avanti da anni e anni, da secoli si può affermare, e di mezzo anche qua ci sta il mare: con la regata storica, le maschere e il Carnevale, con San Marco, la peste e la chiesa del Redentore.
Io ti consiglio di approfondire l’argomento, che tra un piatto di baccalà e una fritola lè veramente un godimento: ti aspetto in Ferramenta Livenza a Maron di Brugnera (Pn) per ascoltare il racconto preciso, interessante e mai banale di Tiziana Agostini con la sua guida non convenzionale; il libro si intitola “Venezia è festa”, ci vediamo martedì 14 maggio alle 18.00 faccia a faccia.
E se ancora non ti basta… prova a consolarti coi bigoi in salsa!
Io non sapevo che in Italia ogni anno muoiono sei, dico sei, persone uccise dalle vacche al pascolo e zero, sottolineo zero, sbranate dai lupi. Che le mucche non fossero animali così buoni e mansueti ne avevo una mezza certezza (vedi alla voce “Ricordi d’infanzia”, capitolo “Anni 3”: quella bestiolona che mi viene contro, un po’ troppo contro, mentre mammina sorridente mi scatta una foto in Pian Cansiglio, io disperata in fuga).
Non sapevo nemmeno che in assenza del Viagra gli eschimesi sfruttano le proprietà afrodisiache di un fungo velenoso facendolo prima mangiare alle renne e bevendone poi l’urina. Ne deriva che:
1. Effettivamente ognuno si arrangia con quel che ha.
2. Cosa non si fa per una scopata (in tutta la mia eleganza linguistica).
E poi naturalmente i licheni che succhiano sostanze nutrienti dalle rocce, i camosci che sfidano la forza di gravità e i cervi che mentre combattono non si fanno mezzo graffio, nel totale rispetto dell’avversario e della fatica che ha fatto per crescere così tanto e bene.
Oltre a questo ovviamente c’è stato molto altro, ma lo spoiler di un libro non è mai gradito, o no?
Grazie Giancarlo Ferron per l’incontenibile entusiasmo e la valanga di informazioni estremamente interessanti che mercoledì scorso ci hai trasmesso: è stato davvero coinvolgente ed emozionante ascoltarti in Ferramenta Livenza e leggere le tue parole ne “Il ritorno del bosco”.
C’era una volta un mondo incontaminato, verde, puro e immacolato, con numerosi animali liberi, selvaggi e senza troppi pensieri. Era molto tempo fa. Prima che arrivassero i Sapiens Sapiens con generose quantità di asfalto e cemento, smog, fucili e mattanze varie.
Ma la Natura è più forte e saggia, lo è sempre stata, e pian piano ripristina tutti gli equilibri e gli sgarri, le ingiustizie e gli spazi. Insomma, sa mettere al suo posto tutto e tutti e così un bosco ritorna a germogliare ed espandersi mentre cervi, caprioli e camosci pascolano sereni, chi furtivo tra gli alberi, chi arrampicato sulle pareti spoglie. Dei Sapiens Sapiens ancora nessun vero segnale di meritata estinzione, solo qualche pandemica avvisaglia.
Ne parleremo con Giancarlo Ferron e il suo splendido libro “Il ritorno del bosco”mercoledì 13 marzo alle 18.00 in Ferramenta Livenza, tra foto suggestive realizzate dall’autore (che è anche guardiacaccia e fotografo naturalista) e racconti emozionanti vissuti in prima persona da Ferron camminando fra sentieri e dirupi. Ingresso gratuito ed aperto a tutti.
Non mancate, ci sarà di che discutere ed emozionarci.
Sono riuscita a tossire molto poco, a dire i nomi e le date giuste, a leggere solo un paio di volte gli appunti e soprattutto, sono riuscita nel buon proposito di non fare figure merdose.
Che proprietà di linguaggio.
Insomma e in sintesi, mercoledì 31 gennaio ho fatto da moderatrice a Sergio Marcon, co-autore della biografia “Le Memorie del Nonno” di Benvenuto (Nino) Marcon, di fronte ad un attentissimo ed emozionato pubblico di colleghi e famigliari, in Ferramenta Livenza.
Il mio battesimo letterario, per così dire.
A parte il microfono con audio discutibile e un mio quasi torcicollo per panico-da-pubblico-in-sala, è stato entusiasmante fare da spalla all’autore e trasmettere a voce la passione per le parole scritte.