Il libro perduto

Non è la fine del mondo… ma poco ci manca.

Questa cosa che ho perso un libro mi sta facendo venire troppi dubbi sulla mia capacità di riordino, gestione dei prestiti, vista, memoria.

Quindi è probabile che io stia diventando disordinata, troppo generosa, cieca o dislessica o entrambe le cose, demente.

Di sicuro mi sto trasformando in una palpeggiatrice ansiosa di libri, nel senso che dopo aver controllato, letto e riletto tutti i titoli e tutti i nomi e i cognomi degli autori sul dorso di ogni singolo romanzo presente nella libreria di casa mia, ho allungato le mani, ebbene sì, HO ALLUNGATO LE MANI per tastare lo spazio fra i libri e il muro, metti mai che il libro perduto sia caduto proprio là. Come se avesse le gambe per tuffarsi, no?

Eppure. Eppure non l’ho di certo prestato: per regola presto solo i libri che mi sono piaciuti pochissimo, così se non mi vengono restituiti sembro (sembro) pure magnanima.

Eppure. Eppure non l’ho letto in biblioteca. Questo romanzo è proprio mio. O dovrei dire era?

Eppure. Eppure non l’ho rivenduto su Libraccio o su Vinted. Ho controllato gli ordini e chiamato il servizio clienti. Niente.

OPPURE! Lampo di genio: se mi fosse stato rubato? A parte da chi e quando, ma proprio quel preciso libro che mi serviva sabato scorso per il firma copie? POSSIBILE?

Sto impazzendo. Forse dovrei seguire il suggerimento di mio marito, il Pratico e Metodico di casa: ricomprarlo. MA NO: troppo facile. Io rivoglio il mio libro perduto, c’ho riso e pianto un sacco insieme.

Ironia della sorte: Non è la fine del mondo, s’intitola così.

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Leggere Emoziona

Avete mai notato quanto la parola LIBERO e la parola LIBRO siano simili?

Questione di una lettera soltanto: la E. Una vocale certo, all’apparenza innocua, in realtà potentissima perché è una congiunzione, ovvero uno strumento che congiunge, cioè che mette in relazione questo E quello: due realtà che prima erano distanti, separate, ora invece sono vicine.

LIBERO E LIBRO

Il libro è libero perché non ci sono confini nel desiderio di sapere, di scoprire, nel diritto e nel dovere di conoscere. Il libro è libero perché semplicemente è alla portata di tutti E a disposizione di tutti. Il libro rende il lettore libero. Leggendo, il lettore può liberarsi dalla paura di ciò che non conosce, dai pregiudizi della differenza e dell’indifferenza. Può liberarsi anche della propria vita, seppur temporaneamente, perché leggendo diventerà l’amico invisibile del protagonista e con lui vivrà un’altra realtà, un’altra storia, una vita in più.

LEGGERE EMOZIONA

Qualsiasi emozione: gioia, rabbia, tristezza, sorpresa… TUTTO.

QUI DENTRO in questo incredibile susseguirsi di parole, di pensieri e di scene, di giornate sfiancanti e di notti insonni dello scrittore, di ricerche estenuanti per dare veridicità al testo, di correzione di manoscritti, di ringraziamenti finali e di personaggi di cui sentirai la mancanza, QUI DENTRO C’È TUTTO: ci sono le risposte alle domande che ti farai, ci sono le coincidenze che ti sono capitate, le sensazioni che vorresti provare, le opinioni che ti fanno rosicare; ci sono situazioni imbarazzanti da cui vorresti fuggire, ci sono risate sonore che fari solo tu mentre gli altri tacciono. E soprattutto, ci sono i sogni che hai e che vedrai realizzarsi… quantomeno QUI DENTRO.

QUI DENTRO ti conviene leggerlo, o perderai un’altra occasione che non tornerà.

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(Rima)neggiando le parole… buon anno!

Gennaio: oh che noia, oh che paura, qui ci serve disinvoltura! Perché sei un mese un po’ pazzo, perché sei un mese un po’ del ca… somai. CASOMAI.

Febbraio: ho coriandoli dappertutto, se ne vuoi te li rutto. Mi son finiti persino in pancia, ma ti sei vestito da arancia? Che mascherina divertente, Madò sto rutto è fetente.

Marzo: ho uno zio che vive a Tarzo e che s’è buscato la polmonite, farà il botto come dinamite? Uno starnuto e ancor di più, ad aprile arrivaci tu.

Aprile: polline a gran folate, allergie a valangate – E se fa brutto c’è chi scia – me l’ha detto la Maria. La Maria del Millelire, ma Pasqua è ad aprile?

Maggio: una fetta di formaggio! Perché le ciliegie son roba d’altri tempi, in arrivo cambiamenti. Piove l’acqua, scalda il sole, ti va una pizza, cara Jole?

Giugno: scaldiamo i motori, ci si diverte a priori! Perché nell’aria è già estate e le feste son esagerate. Chiama anche la tua amica, in quanti siamo sulla Micra? Fatti in là e lasciala salire, destinazione via Bafile.

Luglio: sto seduto su uno scoglio, sto guardando il lungomare, all’orizzonte il litorale. E mi brucio e mi scotto, mi sbilancio e vado sotto. Ho bisogno delle ferie, sono un sacco di macerie.

Agosto: hai gonfiato i braccioli e ciucciato i ghiaccioli? Hai pompato il canotto e aggiustato il cruscotto? Allora parti e vai lontano, buone vacanze e torna sano.

Settembre: in palestra, solo minestra, ad un corso, ma solo un morso, lunedì ricomincio, mi ci metto, mi cimento, lo prometto. Hai fatto i compiti? Finite le ripetizioni? Quanti progetti e quante parole, ma nei fatti? Tanta prole.

Ottobre: zucche vuote e morti viventi, non è Halloween, sono i parenti. Nessuna offesa, è uno scherzetto, festa in cimitero, vuoi un dolcetto?

Novembre: nebbia fitta che ti fotte, influenza che ti stende, fuggi fuggi generale, quanto manca a Natale?

Dicembre: bianco come il latte, rosso come il vino, questo è il mese del Divino. Ma oltre al sacro c’è il profano e io ti adoro Oh mio Divano! A te rivolgo la mia letterina, caro Babbo scelgo quello in vetrina. Grande, soffice e spazioso, vorrei un tempo assai ozioso. E con questa finiamo in stile, ci si rivede… in via Bafile!

Buon anno!

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Alla fine, felice

Il cuore pesante sospeso nel petto, leggero leggero.

Un battito perso, un rintocco mancato. In apnea.

Poi respiro, beata, e sorrido di una scoperta soltanto mia, sorrido dei miei nervi scoperti, di questo immenso sentire.

Un attimo, un istante, un assoluto di totale meraviglia, di profonda gratitudine. La resa, la pace.

Quando leggo un romanzo d’autore, un libro ben scritto, una storia superlativa: quanto sono felice.

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In memoria di Giulia Cecchettin

Nel drammatico contesto sociale della violenza incalzante, desidero prendere posizione contro la violenza sulle donne e contro le discriminazioni di ogni genere.

A sostegno del rispetto dell’essere umano e della dignità personale, vorrei esprimere solidarietà ad ogni vittima di abusi, con la speranza e la preghiera che tale vittima sia l’ultima.

Come donna, come madre, come figlia, come moglie, come proffesionista. Come chiunque, affinchè non succeda più.

In memoria di Giulia Cecchettin e per tutte le anime prima di lei, riposate in pace.

Iride

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