Di cronaca in cronaca

Sarebbe bello fosse soltanto rosa e bianca, ma tant’è.

Se la cronaca fosse soltanto rosa, o tutt’al più bianca, passeremmo dall’intrattenimento leggero alla divulgazione dei fatti generali, senza sostare sulla nera, intrisa di crimini e omicidi, evitando perciò anche il nastro giallo, che delimita il fu campo d’azione della delinquenza e il rosso, a sostengo della solidarietà alle donne, vittime incessanti di femminicidi all over the word.

Di violenza sulle donne, di patriarcato, di cultura, di storia e sociologia abbiamo parlato venerdì scorso con l’autrice Rossella Menegato, che nel suo curatissimo libro “Cronache di una casa chiusa” racconta della vita nelle case di tolleranza durante fascismo e Seconda Guerra Mondiale, e ragionavamo che a distanza di settant’anni qualcosa è stato migliorato, ma c’è ancora molto da fare. Partendo dall’educazione, prima di tutto. Educazione al rispetto dell’essere umano.

Scrive Rossella: “Chiusa, fra queste mura, vedo il mondo a fettine. Strisce di umanità, di cielo, di prati, di alberi, di animali. Strisce di sole accecante o pioggia battente. Strisce. Come il mio cuore totalmente ricoperto da bende per ogni ferita inflitta, dolore ricevuto, promessa mancata. Strisce diventate con il tempo impermeabili che mi permettono quindi di sopravvivere.”

Ci vediamo mercoledì 3 dicembre alle 18.00, sempre in Ferramenta Livenza, con Tiziana Agostini e il suo “Costruire la parità” per continuare il dibattito.

Vi aspetto, ingresso aperto a tutti e tutte 👓

“Non è il paese di Dracula” 👓

Brani tratti dal racconto di Paolo Ciampi.

“Per me una città sono le sue librerie. Quante ce ne sono, come sono, se sono indipendenti o di catena, se riescono a organizzare qualcosa di diverso dalla solita presentazione che ormai si filano in pochi […] le librerie, per me presidi di umanità.”

“Sulle panchine, ai caffè, vedo più gente a leggere che alle prese con gli smartphone, non è cosa di cui vergognarsi in pubblico.”

“Le librerie, odore di altri tempi, eleganza che resiste.”

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“Dimmi di te” 👓

Brani tratti dal romanzo di Chiara Gamberale.

“Sfugge prima di tutto a noi, il senso della nostra trama”.

“Ero io che dovevo dartelo o eri tu che dovevi prendertelo, il permesso di rimanere te, nonostante noi?”.

“Ho pianto qualcosa che non sapevo gestire, né contenere. Ho pianto tutto, pure quello che non capivo”.

“Lasciati andare alle cose che non puoi risolvere, fidati di loro”.

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“Il cardellino” 👓

Brano tratto dal romanzo di Donna Tartt.

“E io aggiungo il mio amore alla storia delle persone che hanno amato le cose belle, e se ne sono prese cura, e le hanno strappate al fuoco, e le hanno cercate quand’erano disperse, e hanno provato a preservarle e a salvarle intanto che, letteralmente, se le passavano di mano in mano, chiamando dalle rovine del tempo la successiva generazione di amanti, e quella dopo ancora”.

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“Annalena” 👓

Brani tratti dal saggio di Annalena Benini.

“Gli adulti hanno il preciso ed entusiasmante compito di far fiorire i bambini”. (Annalena Tonelli)

“Gli uomini non sono l’unità di misura, così come non sono il nemico da distruggere o il modello a cui uniformarsi, o gli altri concorrenti in una gara di corsa. Non sono quelli a cui sottrarre l’influenza, o quelli a cui affidare il proprio riconoscimento. Non uniformarsi: mi sembra un grande inizio. Non sentire di doverlo fare. Credo che sia questo essere libere, per cominciare”. (Annalena Benini)

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