Un romanzo di Marco Balzano

La mia recensione striminzita: N come Noia o N come Nostalgia? Diciamo pure N come anche No… manca di Nervo, cochecole.
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Indosso occhiali da secchiona per sembrare intelligente
Un romanzo di Marco Balzano

La mia recensione striminzita: N come Noia o N come Nostalgia? Diciamo pure N come anche No… manca di Nervo, cochecole.
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La grande biografia scritta da Piergiorgio Grizzo

La mia recensione striminzita: sobrietà e riservatezza. Top di gamma made in Friuli.
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Metti una sera con Zanussi, Winnie The Pooh e un abitino altamente sintetico.

Riassunto sintetico. Premesso che venerdì sera l’azienda era piena di gente e che il mio turno di saluti e ringraziamenti al microfono era previsto per fine serata, che significa agitazione e palpitazioni dal minuto zero in poi, che vale a dire anche godersi più o meno niente di ciò che sta nel mezzo, porca vacca il mio abitino nuovo in tessuto altamente sintetico, però vintage eh, non me l’aveva mica messa a preventivo quella gran sudata così poco parigina, che con le ben note fragranze francesi nulla, sottolineo nulla, aveva in comunque. Capra io, per dirla alla Sgarbi.

Winnie The Pooh. Qualcuno degli ospiti di certo ha acquistato la mia copia del libro Lino Zanussi. La grande biografia, che ho letto quasi per intero, e in questo quasi c’è appunto il mio mini segnalibro di Winnie The Pooh. Mitica Sabrina di Edizioni Biblioteca dell’Immagine che ha venduto praticamente tutto, se non la blocco pure piante e sedie, e buona pace e grasse risate a chi, sfogliando le pagine di Piergiorgio Grizzo e Carlo Sam, troverà un orsetto con le zampe nel vaso di miele.
Paola Signora Bella. Sorprese felici che annacquano gli occhi e ingroppano la gola: ho conosciuto per l’appunto Sabrina, figlia maggiore di Paola, storica socia, amica fraterna di Massimiliano Santarossa e cuore pulsante, anima vulcanica di Edizioni Biblioteca dell’Immagine, che a settembre ci ha fatto uno scherzo brutto, se ne andata così, di punto in bianco. Io Sabrina l’avevo solo intravista tempo fa, ma conoscerla è stato un regalo. Perché è consolatorio, ammirevole e incoraggiante vedere che la vita continua, che i progetti crescono e maturano (siano essi libri o figlie), che la gioia sopravvive, che il sorriso c’è, nonostante tutto. Che la ragazza è tosta, vivace, competente, una forza della natura. Che il sangue non è acqua. Che Paola Signora Bella non la smette di sorprenderci spargendo tesori come polvere di stelle, a cascata da lassù. Grazie Paola, ovunque tu sia.

Che savoir faire Sior Lino. Lino Zanussi ha fatto molto, moltissimo, pur sentendosi mai arrivato, mai veramente soddisfatto, mai all’altezza di un laureato. Eppure ha gettato le basi del nostro benessere, di un’economia più che florida, ci ha dato cultura e formazione, agio e disciplina. Sempre con riservatezza e sobrietà , anche quando si godeva la vita lontano dai riflettori. Alle feste a Cortina, in barca a Jesolo, fra i quadri di Villa Ronche, nelle stanze dei bottoni della Zanussi.
Mi sarebbe piaciuto esserci (stata). In quel senso là , Sior Lino.
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Un saggio di Tomaso Montanari

La mia recensione striminzita: fondamentale come un Perletti mentre piove governo fascista.
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Soprattutto da dire, ve lo assicuro.

L’idea era quella di parlare delle ventisette sveglie che regolano la giornata di Atena Ferraris, interessantissima protagonista del nuovo romanzo di Alice Basso, ma vi garantisco che anche la scrittrice è una sferzata di inesauribile energia che una pagina tutta sua se la merita e quindi eccomi qua a raccontarvi della botta di vita di ieri sera al Teatro Pileo di Prata di Pordenone, il mio acquisito paese di residenza, dove Alice ha presentato il libro di cui sopra introdotta dalla padrona di casa Lucia Roman.
Potei continuare con periodi lunghi venti righe e privi di virgole fino alla (vostra) fine giusto per farvi capire la quantità smisurata di vocaboli che noi spettatori (povere cavie delle prime presentazioni) abbiamo ininterrottamente ascoltato per più di un’ora mentre Alice ci spiegava con un lessico forbitissimo (da dove le peschi tutte quelle parole e soprattutto come fai a quella velocità supersonica?) la particolare routine di Atena (nome di cinque lettere che inizia con la A come Alice e Anita e mo vi sfido a non confondervi) e il singolare ma anche comune rapporto con il fratello Febo e la soffiata sulla love story con Jacopo che all’autrice serve come contraltare al tema di fondo che (se ho capito bene perché a un certo punto non ne avevo più la certezza) in sintesi (ecco, appunto) trattasi di NEURO DIVERGENZA.
D’un tratto mi è venuto in mente mio nonno che quand’ero piccola mi diceva che parlavo come una mitraglia, troppi termini troppo velocemente, e ho pensato col cazzo nonno caro, TU NON HAI IDEA del talento di Alice con le parole, che a questo punto va ben oltre quelle scritte.

Comunque non è che abbiamo solo riso (Alice è uno spasso autentico) e seguito con attenta curiosità lo snocciolamento di aneddoti (Atena è da leggere, tassativo!) ma ci siamo appassionati sul serio perché autismo e neuropsichiatria sono argomenti delicatissimi e attuali che l’autrice ha introdotto con sensibilità e preparazione, suggerendoci caldamente quattro test pre diagnostici che (io di certo) nel dubbio delle proprie facoltà mentali è meglio fare.

Avete presente la puntina del giradischi quando si inceppa e mentre il disco gira la canzone salta di qua e di là ? Ecco, ieri sera da metà presentazione in poi il mio udito (e quindi pure il mio cervello) captava una parola ogni tre ma il senso generale del brano l’ho inteso, e brava Alice che ci hai tenuti svegli, vigili e attivi fino in fondo.
E quindi dedica spassionata all’autrice: mi vien da pensare che le parole sanno davvero… da chi andare.
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…che Giangiacomo Schiavi è davvero un GIGANTE.

Sì, lui, anzi dovrei scrivere Lui o ancor meglio LUI, è davvero un gigante.
UN GI-GAN-TE.
Per la capacità di entrare immediatamente in empatia con me, con noi, con tutto il pubblico in atrio. Per aver condiviso aneddoti e ricordi, oltre che consigli, di una carriera sensazionale e straordinaria, dato che fuori dall’ordinario lo è di certo, in pratica ai limiti del romanzesco e quindi, figuratevi per una formica come me, che storie pazzesche ho sentito ieri sera (penso che la mia faccia qui sopra renda bene l’idea).
Per la sua, anzi Sua, scusate SUA assoluta umiltà , l’oggettiva super mega iper competenza e sinceramente anche per la simpatia che hanno tenuto banco un’ora intera, volata via in un soffio, durante la presentazione del saggio SCOOP! Quando i giornalisti fanno notizia.
Ecco, questo mi porto a casa: una pillola di smisurata mastodontica grandezza che, una pagina al giorno, leva l’inciviltà di torno.
Grazie Giangiacomo, ad maiora semper.

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